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Nonna che fa la maglia - olio su tela - Raf Spalvieri |
Il tanto atteso freddo, è arrivato anche qui.
Io non lo amo particolarmente..
Soffro le fredde lenzuola la notte, uscire dal letto caldo la mattina, i crampi alle spalle tenute ricurve, e il timore di spostarsi da un luogo caldo all'altro...
Pero' mi incanta la sua atmosfera.
L'aria pungente, i pomeriggi cupi di nuvole,l'idea di tepore che mi da una finestra accesa nella notte e l'aria impregnata dal fumo dei camini.
Qui in realtà, questo profumo arriva ancora dal comignolo di alcune vecchie stufe a legna.
Mia nonna ne aveva una.
Era piccola e non avrebbe mai riscaldato quella vecchia casa fatta di antichi sassi lavici e dai soffitti alti.
Eppure quella, la ricordo come la casa più calda del mondo.
Quando, in questo periodo, andavamo da lei, la trovavo con il suo pesante scialle di lana e i piedi sulla "conca", il braciere di rame, dove accatastava la carbonella ancora ardente, appena tirata fuori dalla cucina a legna.
La trovavo intenta a lavorare ai ferri
Preparava per i nipoti i "scappi i notti", dei calzettoni in lana legati alla caviglia da un filo di lana e dei pon pon.
Quando arrivavo aveva sempre in serbo per me della "mustadda", un dolce antico di queste parti.Una crema preparata in casa a base di mosto di vino e ceneri di "sarmenti" in antichissime formine di Caltagirone e fatta essiccare successivamente al sole.
Ricordo pomeriggi interi passati a guardare fuori la pioggia aspettando che spiovesse, per poter saltellare sulle pozzanghere del vecchio cemento consumato del terrazzo.E il sottofondo dello sferruzzare della nonna,monotono ma allo stesso tempo rassicurante.
Ogni tanto mi voltavo verso di lei, e lei alzando lo sguardo, mi regalava un amorevole sorriso rugoso.
Credo di poter definire questi ricordi come una delle cose più care che ho.
Forse perchè i loro particolari mi parlano ancora di storia, di conoscenze tramandate e tradizioni.
Adesso, nell'era della globalizzazione, tutto questo mi sembra assai lontano.
Eppure io di anni ne ho solo 33.
Com'è stato possibile che in un solo quarto di secolo tutte questo sia andato perduto?
Lontana da qualsiasi pensiero anticonformista agli usi e costumi di questo tempo, mi chiedo: avremmo mai potuto conservare le tradizioni parallelamente all'inarrestabile avanzamento del progresso?